UNA STORIA DI VIA DEI FILOSOFI: La squadra di Calcio “Santa Maria di Colle” di Marco Monacchia

Il boom economico degli anni 1960 stava cambiando il volto della nostra città, quel semplice sentiero denominato Via dei Filosofi, che collegava il Campo Boario, oggi Piazzale Europa, con Via della Pallotta, che si snodava tortuosamente tra i campi a valle della ferrovia Mediterranea Umbra Aretina MUA, giorno dopo giorno si contornava di nuovi palazzi progettati con designer moderni dove confluivano nuove giovani famiglie.

Venivano realizzate nuove vie, tutte intestate a personaggi di illustri filosofi che in breve tempo facevano aumentare i residenti, collocando il nostro quartiere a uno dei principali punti popolosi della città, con circa 3.000 abitanti. L’aumento demografico fu certamente favorito dalle giovani nuove famiglie, con al seguito un gran numero di figli da giovanissimi a ragazzi ventenni.

La Parrocchia del nuovo quartiere, dedicata a Santa Maria di Colle, trasferita da Corso Cavour, dove era collocata originariamente, al luogo dove sorge oggi lungo Via Leonardo da Vinci. All’epoca il parroco era Don Igeo Castellini, che di ragazzi ne aveva battezzato, comunicato e cresimato un gran numero.

In questo contesto io, appena diciottenne, con la smodata passione del gioco del calcio, iniziai a reclutare i ragazzi più giovani con l’intento di formare una squadretta di calcio della Parrocchia e proprio con l’aiuto di Don Igeo riuscii ad iscrivere la squadra al CSI, ovvero al Centro Sportivo Italiano e detti inizio al periodo fortunato e gratificante dei risultati della squadra.

Quei ragazzi di allora che qui mi piace ricordarne alcuni, Mercuri, Carini, Cortona, Maestrini, Giacometti ed altri, formavano l’ossatura originaria della squadra, poi con i primi risultati positivi, con mia enorme soddisfazione, altri ragazzi provenienti da quartieri limitrofi si presentavano spontaneamente richiedendo di far parte della Società, che in breve tempo ottenne risultati ottimi da occupare saldamente il secondo posto come squadra giovanile della città, alle spalle però di quel Penna Ricci allenata dall’amico Stefano Papini.

Mi piace ricordare un aneddoto, sulla posizione finanziaria della società, che riuscendo ad ottenere solo poche decine di migliaia di lire, con le quali non vi era la possibilità di affittare un vero campo di calcio, come quello di Prepo, con molta umiltà il campo di allenamento era stato concordemente fissato nel piazzale del Bove, dove il martedì si teneva il mercato bestiame, ma nessuno però osava lamentarsi e quando passavano gli atleti del Penna Ricci, con tanto di attrezzature fornite dalla loro società, con il permesso di allenarsi regolarmente al campo Federale, i nostri ragazzi poveri di mezzi, ma ricchi di volontà rispondendo agli sberleffi degli avversari, promettevano sicure vittorie al prossimo incontro.

Uno dei tornei calcistici più belli, si svolgeva nel mese di Settembre, nel periodo tra la fine delle ferie di Agosto e l’inizio delle lezioni, periodo meraviglioso prima dell’inizio della scuola che all’epoca si apriva il 1° Ottobre.

“Torneo d’apertura” così si chiamava il raggruppamento delle squadre, dove erano iscritte società, come la nostra Santa Maria di Colle, quella del Penna Ricci, della Don Bosco, della stessa Perugia Calcio, del Borghetto di Prepo, dell’Elce, oltre a quella di Monteluce ed altre squadre collegate a parrocchie della Città. Nella foto una formazione del santa Maria di Colle al campo del Don Bosco, dove si notano in alto da sinistra Frullani, Gasperini, Bori, Pierangeli, Formica, mentre accosciati, sempre da sinistra Pellicci, Gori, Vinti, Muzi, Alunni e Bianciardi.

Questa formazione è stata una delle ultime allenate dal sottoscritto, poiché partito per il servizio militare.

Al rientro la società si era trasformata in Gruppo Sportivo Olimpia che ha raggiunto risultati anche maggiori di quelli sempre meravigliosi ottenuti dalla gloriosa Santa Maria di Colle.

Marco Monacchia

One thought on “UNA STORIA DI VIA DEI FILOSOFI: La squadra di Calcio “Santa Maria di Colle” di Marco Monacchia

  1. Bellissimo racconto che mi ha fatto rivivere momenti di passione e semplicità. Quando con gli amici della parrocchia del Carmine, che non aveva la squadra, venivamo a giocare al Bove e ci sembrava una cosa grandiosa. Bravo e grazie

Lascia un commento